domenica 27 luglio 2025

GAZA MUORE DI FAME: DISERTIAMO IL SILENZIO


 Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando.

A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe. Quelle sirene dicono al mondo che non c’è più tempo.

Non possono fare altro, a Gaza: perché i governi del cosiddetto “mondo libero” stanno con Israele. Con il carnefice, non con la vittima. Anche il nostro governo continua a sostenere Israele: impedendo la sospensione dell'accordo con l’Unione europea; continuando a vendergli armi; coprendolo in ogni modo. Il nostro governo ha le mani sporche di sangue.

Ebbene, noi vogliamo rompere questo mostruoso muro di silenzio.

Vogliamo fracassarlo, e liberare la verità.

Vogliamo disertare questo silenzio di morte.

Vogliamo unire le nostre sirene e le nostre campane alle sirene delle ambulanze di Gaza.

Domenica 27 luglio, alle 22, facciamo suonare a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese, e ogni sirena possibile: ambulanze, navi, barche, porti. Suoniamo ogni fischietto, battiamo le pentole. Facciamo più rumore, più chiasso, più fracasso possibile. Facciamolo insieme: nelle piazze e sulle spiagge. Facciamolo sui balconi e alle finestre. Facciamolo sui social. Facciamolo dappertutto.

Che ci sentano fino a Gaza: perché sappiano di non essere soli. Che ci sentano nei palazzi del potere italiano: perché lì sappiano, invece, che sono soli; e che la verità ha il potere di fracassare il silenzio dei complici e dei vili.

Ci sentiamo impotenti di fronte all’enormità di quel grande campo di concentramento in cui Israele ha trasformato Gaza.

Lo saremo davvero solo se rimarremo muti di fronte allo scandalo della fame usata come arma di sterminio di massa: ma noi, il popolo dei sudari, delle luci, delle sanzioni popolari, non ci fermiamo.

Non rimarremo in silenzio, mentre la gente di Gaza viene sterminata.

NO al revisionismo indecente

 

Abbiamo appreso dalla stampa di una iniziativa del gruppo Do.Ra, battezzata dagli stessi “Pastasciutta Fascista” organizzata per venerdì 25 luglio scorso e diffusa attraverso il loro canale Telegram. Sarebbe, a quanto i membri dello stesso gruppo dicono, occasione per ricordare che” quando i più scelsero di inchinarsi all’invasore e imboscarsi e barattando la dignità per un posto futuro da passacarte in comune, i figli migliori della Nazione scelsero di combattere per riscattare l’onore perduto il 25 luglio”. Riteniamo che un’affermazione di questo genere sia un vero e proprio tradimento della storia, una vera e propria operazione di revisionismo indecente, poiché definisce imboscati coloro che invece combatterono nella Resistenza rischiando la propria vita per dare agli italiani un futuro di dignità e di libertà dopo vent’anni di soprusi e violenze, pretendendo poi di definire onorevole il comportamento degli aderenti alla Repubblica Sociale, che invece assieme agli occupanti tedeschi si macchiarono di ogni sorta di nefandezza ed atrocità. L’elenco delle efferatezze compiute da costoro sarebbe assai lungo da ricordare e già questo basterebbe per guardare con orrore all’iniziativa proposta da Do.Ra. Il Bloody Mary che accompagnerebbe la loro pastasciutta tricolore, che sottolineano perpetuerebbe la memoria del sangue versato per non tradire a noi suscita invece il ricordo del sangue delle vittime innocenti trucidate dagli squadroni nazifascisti che costoro vorrebbero onorare! Leggendo le parole degli stessi promotori non possiamo che considerare l’iniziativa una vera e propria apologia del fascismo, una celebrazione bella e buona di tale ideologia, e ciò costituisce un vero e proprio reato perseguibile per legge (legge Scelba del 1952) Riteniamo perciò che, sebbene l’iniziativa si svolga in un luogo privato, il fatto stesso che sia raccontata con queste modalità non possa passare sotto silenzio. Indubbiamente si tratta dell’ennesima provocazione da parte di Do.Ra. fatta per far scalpore e far balzare alle cronache questi pessimi elementi, indubbiamente l’idea della pastasciutta tricolore vuole essere provocatoria ed ha un tono di sfida, poiché schernisce le tante pastasciutte antifasciste che in tutta Italia si organizzano in questo periodo, ma passare sotto silenzio l’ennesima provocazione non ci pare opportuno. Quest'anno abbiamo già assistito a presidi organizzati a Busto Arsizio il 26 gennaio e a Varese il 18 marzo scorsi a cui hanno aderito varie organizzazioni nazifasciste che, sotto la parola d'ordine della "sicurezza" cercano di legittimare odio razziale, intolleranza e violenza; il 17 maggio a Gallarate a quell'evento sconcertante che à stato il Remigration Summit. Crediamo perciò che, come già facemmo in quelle occasioni, sia necessario denunciare pubblicamente quanto sta accadendo… Condividiamo pertanto il pensiero espresso già da Sofia Mason del Comitato Rosa Parks di Varese che ha sottolineato la gravita di questa iniziativa. Confidiamo che molte realtà antifasciste del nostro territorio condividano questo nostro pensiero affinché si possa costruire assieme un cammino di Resistenza, Pace e Democrazia oggi più che mai necessario.

Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Varese, PCI Federazione di Varese, Comitato Antifascista di Busto Arsizio, Sinistra Italiana, Un' Altra Storia Varese, Rete Mobilitazione Globale Pace, Rete Antifascista della provincia di Varese

sabato 26 luglio 2025

GAZA MUORE DI FAME : DISERTIAMO IL SILENZIO


ANPI Luino, Gruppo EMERGENCY Varese, Comunità Operosa Alto Verbano, Tavolo per la Pace dell’Alto Verbano aderiscono all’appello di “Ultimo giorno di Gaza, l’Europa contro il genocidio”. A Gaza si muore di fame, si muore di bombe, a Gaza suonano le sirene delle ambulanze.

Quelle sirene dicono che non c’è più tempo. Vogliamo unire le nostre sirene, le nostre campane, il nostro rumore alle sirene delle ambulanze di Gaza. Vogliamo abbattere questo muro di silenzio. Per questo invitiamo gli iscritti, gli amici, le forze politiche, l’Amministrazione Comunale, il mondo cattolico e laico e le Parrocchie ad unirsi e far sentire la nostra voce, il nostro rumore.

Troviamoci Domenica 27 luglio dalle ore 21.00 nella piazza Garibaldi a Luino (con qualunque condizione di tempo) e alle ore 22.00 facciamo suonare a distesa le campane, facciamo suonare le sirene delle ambulanze, suoniamo noi fischietti, campanacci, battiamo le pentole e i coperchi, facciamo rumore, più chiasso, più fracasso possibile.

Che ci sentano fino a Gaza: che sappiano di non essere soli! La Verità ha il potere di fracassare il silenzio dei complici e dei vili. Non vogliamo rimanere in silenzio mentre la gente di Gaza muore.

giovedì 17 luglio 2025

No alla NATO e alla guerra, espelliamo la guerra dalla storia prima che sia lei ad espellere l'umanità

 

A fronte della gravissima crisi internazionale e della crescente tensione tra le nazioni che rischia di sfociare in un conflitto mondiale l'unica risposta che la NATO, l'Europa ed il governo italiano sono in grado di formulare è il ricorso al riarmo. Laddove l'imminente pericolo di un conflitto mondiale si fa sempre più realistico anziché muoversi con impegno sul piano della diplomazia si pensa che l’unica strada possibile sia quella militare, che apre ad una progressiva militarizzazione della società che tocca persino scuole e università. La crescita delle spese militari che il riarmo impone tra l'altro costringe alla continua contrazione dello stato sociale e blocca la strada a politiche industriali ed investimenti ben più sensati, finendo per impoverire ulteriormente i lavoratori. Assolutamente contrari a quest'ordine di idee e convinti che la conseguenza della loro applicazione ci trascini inevitabilmente verso l'ennesima catastrofe, non possiamo che schierarci a fianco di tutti coloro che esprimono il più netto rifiuto della logica della guerra. Saremo perciò presenti il 18 luglio al presidio davanti alla caserma NATO Ugo Mara di Solbiate indetto da SGC (Sindacato Generale di Classe) a dire no al riarmo ed alla guerra!

Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Varese