Il 4 giugno scorso si è tenuto un consiglio comunale straordinario a Gallarate per discutere della sconcertante vicenda Remigration Summit, la conferenza sul tema della “remigrazione” tenutasi il17 maggio scorso presso il Teatro Condominio di Gallarate, che ha radunato partiti di estrema destra provenienti da diverse parti d'Europa e le cui posizioni politiche sono note. All'ordine del giorno in particolare c'era la votazione di una mozione di censura, proposta dai consiglieri d'opposizione, nei confronti del sindaco Cassani responsabile di aver concesso uno spazio pubblico, appunto il teatro di Gallarate, presso cui tenere la convention. In aula i promotori della mozione hanno ricordato alcuni dei personaggi intervenuti al summit, esponenti della peggior destra razzista e xenofoba noti per il loro dichiararsi esplicitamente nazisti e fascisti, diversi dei quali dichiarati sgraditi in diversi paesi europei, basti citare il principale promotore dell'evento, Martin Seller, oltre a esponenti di partiti nazionali come la Lega. La mozione aveva appunto il fine di censurare il comportamento del sindaco che, non opponendosi a che si tenesse l'evento a Gallarate, contrariamente a quanto fatto da altri sindaci del territorio (ricordiamo Sala a Milano e il sindaco di Somma Lombardo), ha di fatto avallato le terribili ideologie propagandate in quel consesso. Cosa significhi “remigrazione” ci è noto da tempo: si tratta dell'idea di deportare nel loro paese d'origine persone di etnia differente dalla nostra che per cultura, religione e tradizioni non sarebbero assimilabili; una deportazione determinata da semplici questioni etniche! Si tratta di un'idea evidentemente aberrante, assolutamente contraria tanto alle leggi italiane che europee, oltre ad una evidente violazione dei diritti umani. Il nostro partito che da sempre rifiuta ogni ideologia che promuova intolleranza, razzismo, odio verso il diverso, politiche di segregazione non può che riconoscere il valore di tale mozione, che aveva come intento indicare la gravità del comportamento del sindaco e condividerla pienamente per i principi contenuti. A fronte di puntuali affermazioni fatte dalla minoranza circa il carattere del Remigration Summit il sindaco ha risposto, come aveva già peraltro fatto pubblicamente in altre occasioni, che il Summit non è stato che un momento di legittimo e pacifico confronto politico organizzato da un gruppo di giovani che avevano tutti i diritti di ritrovarsi per discutere di tematiche, magari forti e sgradite ad alcuni, ma per questo non censurabili: impedire tale dibattito sarebbe stato un comportamento fascista degno del fascismo del ventennio, non l'averlo permesso. Ha accusato la sinistra di ostacolare sistematicamente la discussione, di essere intollerante verso chiunque non condivida il pensiero della sinistra stessa. Ha sottolineato nel corso della discussione che esiste di fatto grosso problema legato al fenomeno migratorio, a suo giudizio responsabile della sicurezza nel nostro paese, che quindi aveva tutta la legittimità di essere affrontato nelle modalità assolutamente pacifiche ii cui lo si è fatto, tanto più che, statistiche alla mano, risulterebbe che ben oltre il 70 per cento dei crimini, più o meno gravi che siano, sono commessi da immigrati. Dicendo questo Cassani ha operato un improbabile quanto inaccettabile “ribaltamento” della questione cercando di far passare in modo esplicito gli antifascisti per i peggiori esponenti del fascismo. Sappiamo bene che essere antifascisti è però altra cosa che concedere spazio a certe ideologie aberranti come fossero opinioni su cui discutere allegramente! Non migliori sono state le dichiarazioni di altri esponenti della maggioranza, tese a giustificare il rifiuto di votare favorevolmente la mozione promossa dalla minoranza. Si è infatti detto che, pur non condividendo le tesi di cui sarebbero promotori i partecipanti al Summit, impedire che lo si tenesse sarebbe stato una violazione della libertà di espressione, poiché il limite della libertà è solo ciò che la legge definisce reato e in occasione del Summit nessun reato sarebbe stato commesso. Neppure vi sarebbe stata apologia di fascismo, poiché nessuna delle autorità presenti in sala che aveva il diritto e il dovere di segnalare e denunciare la cosa (Digos) lo ha fatto. Ora crediamo che non solo il nostro partito non possa accontentarsi di giustificazioni di questo ordine, l'intera collettività in un paese democratico dovrebbe dichiarare inaccettabili queste forme di giustificazioni. Il Remigration Summit è stata chiaramente l'occasione per riproporre e propagandare idee di estrema destra, razzismo, fascismo e nazismo, intolleranza verso i diversi, definiti non assimilabili; è stata l'occasione per portare ad un livello differente ciò che in ogni paese democratico è inaccettabile. Col Remigration Summit siamo convinti che si voglia portare avanti un processo di “normalizzazione” di ciò che prima erano considerato un pensiero marginale di alcuni gruppi di estrema destra, che si stia cercando di riaffermare quelle idee che storicamente hanno portato ai campi di sterminio sostenendo che abbiano tutta la legittimità di esistere ed essere diffuse. La destra vuole con ciò affrancarsi dallo spazio in cui è stata relegata per riproporre una ideologia che diventi egemone, totalizzante, una nuova cultura, a loro dire assolutamente legittima, che scalzi ogni possibile contraddittorio. L'aver sottolineato sia da parte del sindaco che di qualche consigliere che non ha votato la mozione che si è trattato di un evento assolutamente tranquillo e pacifico, che ha comportato l'intervento massiccio delle forze dell'ordine, non perché si avesse timore dei partecipanti al Summit, ma per il timore della risposta violenta dei soliti centri sociali e degli anarchici, è una parte di questo processo di normalizzazione. Ciò che consideravamo terribile ed inaccettabile si presenta a noi con un nuovo volto, ordinato; il dissenso il normale conflitto sociale diventa portatore di disordine, turbamento e confusione. Nella narrazione della nuova destra le cose si ribaltano e lo possiamo vedere proprio in ciò è accaduto a Gallarate. L'atteggiamento della maggioranza, col rifiuto a votare a favore della mozione, purtroppo ci fa vedere quanto una nuova narrazione distorta sia già in atto e il processo di “normalizzazione” sia già in corso.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA SE, FEDERAZIONE DI VARESE
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