Puntualmente è arrivato il gran caldo: e subito dopo bombe d’acqua, grandinate, frane e alluvioni; eventi estremi che hanno interessato anche la nostra provincia.
Non si tratta di un caso sfortunato: il mutamento climatico è ormai diventato tema di salute pubblica. Non dobbiamo accettarlo come ineluttabile.
In Europa, il Green Deal (un accenno di riconversione ecologica delle produzioni) è considerato un peso per l’economia: contano di più competitività, semplificazioni burocratiche e soprattutto corsa agli armamenti.
Invece di intervenire drasticamente per la riduzione delle emissioni, la Commissione europea punta ad ampliare il mercato dei crediti di anidride carbonica: un trucco inaccettabile.
Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici attende in un cassetto ministeriale.
Nel nostro paese sono i bollettini quotidiani dell’Istituto Superiore di sanità a dirci che la situazione è fuori controllo. Vogliamo chiederci alla fine di ogni stagione estiva quanti ne vengono emessi da "bollino rosso"?
Noi non ci rassegniamo a tutto questo e riteniamo inaccettabile che dopo eventi meteo estremi, anche con morte di lavoratori e anziani, gli amministratori siano solo capaci di invocare lo stato di calamità naturale.
La natura non c’entra nulla, manda grida di dolore. In Italia, nella nostra regione e nella nostra provincia il problema del clima deve diventare prioritario
· Serve una programmazione per contrastare da un lato gli effetti degli eventi climatici estremi per creare ovunque nuove aree verdi , permeabili e fertili ed in grado di assorbire il calore , "rifugi climatici" nelle zone urbane, dall’ altro concrete misure a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori più esposti
· Occorre mettere uno stop vero al consumo di suolo e alla sua impermeabilizzazione. Ripensare il governo delle città, da togliere dalle mani della finanza e degli speculatori privati .Ripensare ai versanti montuosi e i corsi d’acqua minori , per le quali sarebbe indispensabile la manutenzione quotidiana con interventi di ingegneria naturalistica e che invece oggi risultano del tutto abbandonati o peggio devastati da strade e da briglie in calcestruzzo dannose e spesso anche mal eseguite.
· Bisogna ripensare il nesso produzione/energia, per produrre tenendo conto di risparmio energetico e rinnovabili per avere ciò che serve alle persone e non al profitto
· Per attuare questi cambiamenti necessari le risorse ci sono: basta sottrarle all’ inutile e folle aumento delle spese militari e destinarle alla cura del nostro ambiente.
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